Le cifre fornite da due esperti statunitensi al convegno sulla pedofilia del clero sostenuto dal Vaticano. 'Non è un dramma americano o dei media anti-Chiesa'
Città Del Vaticano - «E' verosimile stimare che l'esborso attuale per la crisi della Chiesa internazionale superi i due miliardi di dollari». E' la stima esposta da due esperti statunitensi Michael J. Bemi e Patricia Neal al convegno sulla pedofilia del clero sostenuto dal Vaticano che si conclude oggi alla Pontificia università Gregoriana. «Impiegando i due milioni di dollari da noi stimati (vale a dire circa 1.450.000,00 euro) o più - hanno detto i due esperti parlando ai rappresentanti di oltre cento episcopati di tutto il mondo - nel tentativo di valutare i costi opportunità dovremmo porci domande del tipo: quanti ospedali, seminari, scuole, chiese, centri di ascolto per donne e bambini maltrattati, mense per poveri, cliniche mediche e dentistiche gratuite, ecc. si sarebbero potuti realizzare con questa quantità di soldi? Quanti programmi di servizio caritativo/sociale e ulteriori opportunità si sarebbero potuti finanziare? Quanti nuovi impiegati, estremamente necessari, si sarebbero potuti assumere? Invece non abbiamo realizzato, non abbiamo finanziato e non abbiamo assunto». Per quanto riguarda gli Usa, «almeno 1,8 miliardi di dollari di transazioni sono stati segnalati negli Stati Uniti». «E' un abominio che la Chiesa, a causa delle azioni di alcuni dei suoi membri più credibili ed ammirati, abbia effettivamente creato migliaia di vittime», hanno detto Bemi e Neal. «Solo negli Stati Uniti, lo studio citato della John Jay Nature and Scope identificava 10.667 accuse di vittime fatte nel periodo 1950-2002, il cui numero è aumentato a 15.235 tenendo conto dei dati fino al 2009. Tenendo conto del fenomeno ben noto ed accettato che molte vittime di aggressioni sessuali non le riferiscono mai, alcuni osservatori hanno stimato che possano esserci almeno 100.000 vittime in totale, solamente negli Stati Uniti». Non è un dramma americano o dei media anti-Chiesa - Due esperti statunitensi, Michael J. Bemi e Patricia Neal, hanno voluto «dissipare ogni equivoco duro a morire associato ad uno o più di alcuni miti nati dalla crisi» della pedofilia, nel loro intervento ad un simposio sugli abusi sessuali del clero sostenuto dal Vaticano che si conclude oggi alla Pontificia università Gregoriana. I «miti» sono: primo, «la crisi è un problema americano»; secondo, «la crisi è stata esagerata da media senza Dio, antagonisti di persone o istituzioni di fede»; terzo, «la crisi è stata istigata da avvocati avidi, il cui unico obiettivo è quello di arricchirsi finanziariamente»; quarto, «l'orientamento omosessuale spinge gli uomini ad essere aggressivi sessualmente». Al proposito gli esperti statunitensi hanno precisato: «L'aggressività sessuale non ha nulla a che fare con l'orientamento sessuale. Il corollario logico all'affermazione che l'orientamento omosessuale spinge gli uomini ad aggredire sessualmente altri maschi, è che l'orientamento eterosessuale spinge gli uomini ad aggredire sessualmente le donne. In realtà né l'orientamento omosessuale né quello eterosessuale è un fattore di rischio, ma lo è un orientamento sessuale disordinato o confuso». «Per onestà - hanno proseguito Bemi e Neal - si dovrebbe notare che qui, effettivamente, ci sono elementi di verità collegati a ciascuna delle precedenti affermazioni, ma nessuna da sola e neanche tutte combinate tra loro, possono mai spiegare e descrivere pienamente la crisi degli abusi. Data la nostra tradizione teologica di comprensione del peccato e della grazia, riconosciamo dunque che la crisi è un fallimento della natura umana e la continua presenza del peccato e della tentazione. Le conseguenze negative della crisi che la Chiesa ha attraversato sono state certamente influenzate dai quattro miti individuati in precedenza, ma non ne sono al cuore».
Fonte: TMNEWS
12 Fabbraio 2012
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